FARCADICE è un progetto audiovisivo sulla memoria dell’emigrazione friulana, realizzato in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia.
I documentari sono costruiti come diari di viaggio e sono un’importante testimonianza che alterna racconto orale dei protagonisti e documentazione storica a foto e filmati, punti di vista paralleli e simultanei. A parlare non c’è nessun narratore, nessuna voce fuori campo, ma le persone, la loro lingua tradizionale (il friulano) ma meticcia, contaminata da anni di contatti. Un linguaggio, anche corporeo, che porta con sè tutti i segni della storia e dei luoghi, una mappa della vita e delle esperienze di queste persone. Un viaggio nello spazio e nel tempo alla riscoperta dei discendenti di emigranti ancora strenuamente legati alle loro origini.
Farcadice racconta cinque diverse facce di un secolo di emigranti.
La fuga della fine dell’800, causata dalla miseria che cacciava dalla loro terra migliaia di contadini: uomini e donne armati solo del coraggio di affrontare una nuova vita in un paese lontano come l’Argentina, tanto da riuscire a fondare nuove città. Tra queste Colonia Caroya, che oggi conta più di 13.000 abitanti e dove i due autori hanno realizzato la prima parte del documentario.
Dal Sud America ci spostiamo poi a Charleroi, alla riscoperta di quella che fu una delle pagine più drammatiche della diaspora friulana, che, alla fine della seconda guerra mondiale, vede i nostri emigranti nelle miniere di carbone del Belgio, allora considerate tra le più pericolose del mondo, per sopravvivere o per morire di silicosi.
Un esodo agli antipodi rispetto a quello che, a partire dal 1953, portò alcune centinaia di operai e tecnici dalla Bassa friulana sulle sponde dell’oceano indiano, in Sud Africa, in quella che possiamo definire una delle emigrazioni più fortunate del dopoguerra, sotto il profilo economico e dell’integrazione.
Il progetto continua con le immagini di Toronto che ci raccontano l’emigrazione in quel paese sconfinato che è il Canada dove, già a partire degli anni ‘30, molti friulani non solo faranno fortuna ma, generazione dopo generazione, vedranno i loro figli o nipoti conquistarsi posti di merito e di prestigio nel campo della cultura, della ricerca, della politica o della grande imprenditoria.
Anche l’Italia fu meta d’immigrazione, un’emigrazione sotterranea quasi sottovoce dapprima nella Repubblica di Venezia, poi durante il fascismo nell’Agro Pontino e negl’anni 50-60 nel triangolo industriale Genova Torino Milano raccontata attraverso immagini inedite ricavate attraverso una minuziosa ricerca negl’archivi cinematografici storici e industriali di Ivrea e dell’Istituto Luce con la preziosa collaborazione della Cineteca del Friuli.
I video hanno ottenuto il Premio del Cine Furlan, il premio Appi sulla cultura friulana, il Premio cinematografico Mario Quargnolo e il premio del pubblico al Festival del documentario italiano di Bardonecchia. Sono stati trasmessi sulla Rai FVG e sulla Rai Ladina. Vantano oltre 200 proiezioni pubbliche in Italia, innumerevoli anche le proiezioni all’estero tra le comunità friulane.